Ammissione della consulenza tecnica

Tu sei qui:

Cassazione civile sez. III – 13/05/2024, n. 13038

Il giudice deve motivare il rigetto dell’istanza di ammissione di consulenza tecnica proveniente da una delle parti

La decisione di ricorrere o meno ad una consulenza tecnica d’ufficio costituisce un potere discrezionale del giudice, che, tuttavia, è tenuto a motivare adeguatamente il rigetto dell’istanza di ammissione proveniente da una delle parti, dimostrando di poter risolvere, sulla base di corretti criteri, i problemi tecnici connessi alla valutazione degli elementi rilevanti ai fini della decisione, senza potersi limitare a disattendere l’istanza sul presupposto della mancata prova dei fatti che la consulenza avrebbe potuto accertare. Pertanto, nelle controversie che, per il loro contenuto, richiedono si proceda ad un accertamento tecnico, il mancato espletamento, specie a fronte di una domanda di parte, costituisce una grave carenza nell’accertamento dei fatti da parte del giudice di merito, che si traduce in un vizio della motivazione della sentenza. (Nella specie, la S.C. ha cassato la decisione della Corte territoriale che, in un giudizio di responsabilità sanitaria nel regime normativo antecedente all’art. 15 della l. n. 24 del 2017, pur dando atto dell’ambiguità delle conclusioni del consulente nominato in primo grado, non disponeva alcun approfondimento, nonostante la richiesta della parte e dello stesso consulente di costituire un collegio, affiancando al medico legale uno specialista, e rigettava la domanda per mancanza di prova).

Introduzione

La sentenza della Cassazione civile, sezione III, del 13 maggio 2024, n. 13038, affronta una questione di grande rilevanza giuridica e pratica riguardante l’obbligo del giudice di motivare il rigetto di un’istanza di ammissione di consulenza tecnica d’ufficio (CTU) proveniente da una delle parti. Questo tema è centrale nel contesto delle controversie legali che richiedono competenze tecniche specifiche per una corretta valutazione degli elementi di prova. La decisione, che ruota attorno alla discrezionalità del giudice e alla necessità di motivazione adeguata, ha implicazioni significative per l’amministrazione della giustizia civile in Italia.

Discrezionalità del giudice e obbligo di motivazione

Il potere del giudice di decidere se ricorrere o meno a una CTU è un elemento di discrezionalità che, però, deve essere esercitato con rigore e trasparenza. La sentenza n. 13038 sottolinea che il giudice non può limitarsi a rigettare un’istanza di CTU semplicemente sulla base della mancata prova dei fatti che la consulenza avrebbe potuto accertare. Invece, è richiesto al giudice di dimostrare di essere in grado di risolvere i problemi tecnici connessi alla valutazione degli elementi rilevanti per la decisione mediante l’uso di corretti criteri e metodi.

Principio di adeguata motivazione

La motivazione adeguata è un principio fondamentale del diritto processuale. Essa garantisce la trasparenza delle decisioni giudiziarie e permette alle parti di comprendere le ragioni delle decisioni adottate. Nel caso specifico, la Cassazione ribadisce che il mancato espletamento di una CTU, specie in presenza di una richiesta da parte di una delle parti, costituisce una grave carenza nell’accertamento dei fatti. Questa carenza si traduce in un vizio di motivazione che può compromettere l’intera decisione giudiziaria.

Analisi del caso specifico

La sentenza esamina un caso di responsabilità sanitaria in cui la Corte territoriale, pur riconoscendo l’ambiguità delle conclusioni del consulente nominato in primo grado, non ha disposto ulteriori approfondimenti richiesti dalla parte e dallo stesso consulente. La Corte territoriale ha rigettato la domanda per mancanza di prova, nonostante le evidenti necessità di chiarimenti tecnici ulteriori.

Criticità nell’approccio della Corte territoriale

La decisione della Corte territoriale presenta diverse criticità:

1. Mancato approfondimento: La mancata disposizione di un ulteriore approfondimento tecnico, nonostante l’ambiguità delle conclusioni del primo consulente e la richiesta di un collegio tecnico, rappresenta una grave lacuna. In casi complessi come quelli di responsabilità sanitaria, è spesso indispensabile ricorrere a competenze specialistiche per una valutazione accurata.

2. Rigetto per mancanza di prova**: Il rigetto della domanda per mancanza di prova, senza aver esplorato tutte le possibilità di accertamento tecnico, dimostra una carenza nell’approccio giudiziario. Questo comportamento è in contrasto con il principio di completa istruzione della causa.

Intervento della Cassazione

La Cassazione ha cassato la decisione della Corte territoriale, evidenziando l’importanza di una motivazione adeguata nel rigetto delle istanze di CTU. La Corte Suprema ha sottolineato che, in presenza di una richiesta di CTU e di ambiguità nelle conclusioni tecniche, è dovere del giudice disporre un approfondimento per garantire una decisione giusta e fondata su un’adeguata valutazione tecnica.

Implicazioni della sentenza

La sentenza n. 13038 del 2024 ha importanti implicazioni per la prassi giudiziaria e per l’interpretazione delle norme processuali riguardanti la CTU.

Rafforzamento del principio di motivazione adeguata

Questa decisione rafforza il principio che il rigetto delle istanze di CTU deve essere motivato in modo chiaro e dettagliato. Questo principio è cruciale per garantire la trasparenza e la correttezza delle decisioni giudiziarie, soprattutto in materie complesse che richiedono competenze tecniche specifiche.

Maggiore attenzione nelle controversie tecniche

La sentenza evidenzia la necessità di una maggiore attenzione nelle controversie che richiedono accertamenti tecnici. In tali casi, il giudice deve valutare con attenzione le richieste di CTU e disporre gli approfondimenti necessari per garantire una decisione accurata e fondata su una completa istruzione della causa.

Conclusione

La sentenza della Cassazione civile, sezione III, del 13 maggio 2024, n. 13038, rappresenta un importante punto di riferimento per la prassi giudiziaria italiana. Essa ribadisce l’importanza della motivazione adeguata nel rigetto delle istanze di CTU e sottolinea la necessità di disporre accertamenti tecnici nelle controversie complesse. Attraverso una corretta applicazione di questi principi, si può migliorare significativamente la qualità delle decisioni giudiziarie, garantendo una giustizia più equa e fondata su valutazioni tecniche adeguate. Questo richiede un impegno continuo nella formazione dei giudici e nello sviluppo di linee guida chiare e dettagliate, oltre alla costituzione di collegi tecnici multidisciplinari in casi particolarmente complessi.

Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin
Share on whatsapp